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ORATORIO DON BOSCO - San Donà di Piave

Va' dove ti porta il cuore di Dio

del 29 gennaio 2021

Prepariamoci alla festa di don Bosco con la bella riflessione del Direttore, don Nicola Munari

 

Per la strada per cui non vuoi andare, Dio ti fa correre. E’ un detto che spesso ho sentito e l’esperienza conferma la sua veridicità. Il profeta Isaia ci ricorda che le vie di Dio non sono le nostre vie. I santi l’hanno sperimentato e sono testimonianze viventi che i pensieri del Signore sono più promettenti dei nostri pensieri e dei nostri progetti. 

Don Bosco vive l’esperienza di un testa a testa con Dio, la fatica di cogliere la volontà del Signore, il quale indica una via che Don Bosco non vuole percorrere, una strada difficile da accettare.

Dal 1841 al 1846 l’oratorio di Don Bosco, che già all’epoca raccoglieva centinaia di ragazzi, è costretto ad un continuo peregrinare da un posto all’altro, ricevendo vari sfratti… sembrava che nessuno volesse i ragazzi di Don Bosco. Don Bosco e i suoi ragazzi vivono un vero e proprio esodo, la ricerca di una terra promessa che Don Bosco aveva sognato e mai arrivava. Il testa a testa tra Dio e Don Bosco come si è concluso?

La storia ce lo mostra chiaramente. Don Bosco racconterà ai suoi ragazzi più vicini che per ben 5 volte il Signore lo aveva “visitato” con “visioni-sogni” che indicavano il posto dove l’oratorio si sarebbe sviluppato: Valdocco. Eppure don Bosco a Valdocco non voleva andare. Già il nome era poco accogliente: sul termine Valdocco esistono opinioni contrastanti, la più diffusa e accreditata: “la valle degli uccisi”, nome che fa riferimento a qualche fatto storico, di cui non si ha documentazione, che avrebbe visto l’uccisione o la sepoltura nella zona di un considerevole numero di persone morte tragicamente. Una diversa versione ritiene che nell’area venissero sepolti i condannati a morte, dato che a due passi dal luogo, dove ora sorge la casa madre della congregazione salesiana e la basilica dedicata a Maria Ausiliatrice, c’è il famoso rondò della forca, così chiamato per il palo dell’impiccagione che lì era stato posizionato per le esecuzioni capitali. Oltre a questa tradizione storica a complicare la fama della zona c’era anche “La Giardiniera”, che non era un barattolo di sottaceti, ma una casa di prostituzione, e tutta la zona era tristemente famosa anche per la prostituzione minorile.

A pensarci bene Don Bosco aveva i suoi buoni motivi per non andare lì con i suoi ragazzi. Ma Dio lo voleva là e la domenica di Pasqua del 1846 questo giovane prete, con il suo esercito di ragazzi, arriverà a Valdocco e da lì la grande esperienza dell’oratorio è dilagata in tutto il mondo, partendo da una semplice tettoia dove celebrò la messa nel giorno della risurrezione del Signore. La domenica precedente, il 5 aprile 1846, Don Bosco, dopo più di 4 anni di sfratti, senza un posto dove raccogliere i suoi ragazzi, si arrese, in lacrime, alla volontà del Signore e fu condotto lì dove non voleva proprio andare. Ma perché Dio voleva l’oratorio proprio in quel luogo così poco indicato? Il motivo lo sa il Signore, tuttavia mi permetto di portare una interpretazione, che mi sembra sottolineare come Dio sa meglio di noi qual è il nostro bene.

Partirei dall’affermazione paolina: “laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia”. Valdocco prende il nome dal fatto che è un avvallamento importante nella zona della città di Torino che scende verso il fiume Dora. Mi piace riportare questo esempio: su un terreno pieno di depressioni l’acqua piovana si raccoglie in maniera più copiosa e abbondante proprio nelle buche. Paragoniamo le buche al peccato e l’acqua all’amore di Dio che perdona e risana. Là dove abbonda il peccato l’amore di Dio arriva con ancor più abbondanza. Nella “buca” di Valdocco il peccato abbondava e Dio lì voleva un segno tangibile ed evidente del suo amore e della sua misericordia.

Credo che il nostro Don Bosco continui a desiderare che ogni suo oratorio sia un segno dell’amore di Dio che risana, sostiene, perdona, rilancia nella vita. L’amore trova tutte le strade per farsi spazio, con creatività, lì dove è necessario. Come Valdocco anche il nostro oratorio è chiamato a continuare e a far crescere quell’esperienza di Grazia di Dio, che da tanti anni è presente nella nostra città. Don Bosco ci invita ad essere segni e portatori del suo amore per i tanti giovani di San Donà… e non solo. 

Che Dio ci doni la fantasia per trovare vie sempre nuove per far sperimentare la sua tenerezza a chi ne ha più bisogno. 

Buona festa di San Giovanni Bosco!

Don Nicola

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