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ORATORIO DON BOSCO - San Donà di Piave

Saluto a don Massimo!

del 01 agosto 2020

Nell'afosa serata di venerdì 31 luglio, la comunità tutta dell'oratorio si ritrova per salutare don Massimo e per fargli un grosso in bocca al lupo per il suo nuovo incarico...

E' tempo di bilanci, di volti nuovi ma anche di tanta affezione per chi ha rappresentato il carisma negli ultimi 4 anni, assieme ai propri confratelli della comunità salesiana e ai numerosissimi laici, di un luogo sociale e di forte identità nel sandonatese quale è l'oratorio. 

Stiamo parlando di don Massimo Zagato, direttore della casa salesiana di San Dona' di Piave dal 2016, in partenza per Mogliano Veneto. Per quanto sia sempre valido il detto "I salesiani vanno e vengono, la casa salesiana resta", solo gli automi hanno la facoltà di non affezionarsi ai volti, alle persone, alle singole storie di chi condivide con noi un'esperienza, un cammino, un luogo d'incontro. In quanto esseri in carne ed ossa (ed è bene ogni tanto ricordarselo!) è nella nostra natura affezionarci a chi ci sta accanto ed è tanto inevitabile quanto sacrosanto il diritto di accomiatarsi esprimendo la propria affezione e il ringraziamento per quanto fatto durante un percorso che è in primis condiviso con i confratelli, ma anche con i numerosi benefattori che animano il porticato del nostro oratorio.

E' quanto accaduto ieri, venerdì 31 luglio, in una serata tanto torrida e afosa quanto altrettanto calda emotivamente per il saluto che la comunità tutta dell'oratorio ha riservato a don Massimo. E' in momenti come quello di ieri sera che si ha la strana sensazione di poter racchiudere nel pugno di una mano, nitidamente visibili, quattro anni di cammino condiviso in primis assieme a un uomo, anzi, a un ragazzo come noi, e in secondo luogo assieme a un direttore di una casa salesiana che, come tale, deve coniugare leadership e informalità, capacità decisionale e perseveranza nella propria missione. Perchè spesso il fare toglie mordente all'essere, perché spesso gli impegni offuscano le motivazioni più profonde.

Non è il caso di don Massimo, giovane direttore fra i giovani, che ieri sera, dopo la consegna dei regali e la visione dei video organizzati dai ragazzi della Proposta Estate e dagli animatori e adulti dell'oratorio, pronuncia deciso queste parole, non senza un pizzico di emozione: "Se dovessi nascere un'altra volta, mi rifarei salesiano". 

Proprio così, perché è esattamente in quei momenti in cui riusciamo inspiegabilmente ad avere chiaro, e in palmo di mano, quanto siamo cresciuti grazie al mix fra la nostra applicazione e l'affetto delle persone che ci circondano che sentiamo innato il desiderio di riconfermare con gran vigore (perchè no, anche a parole) la strada che abbiamo scelto di percorrere. Don Massimo, pronunciando quelle parole davanti a un campo da calcio che registra il sold-out, sceglie di scegliere ancora, con tenacia, forse con qualche paura, ma indubbiamente con tanta convinzione e voglia di continuare a spendersi per noi giovani. In forme diverse, certo, perché la vita è imprevedibile e scegliere di comandarla non è un comfort di cui disponiamo (e per fortuna, aggiungerei!).

Arrivato a San Donà poco più che cresimato (come ama scherzarci sopra quando ricorda con il sorriso la battuta del parroco del Duomo, don Paolo, appena si sono conosciuti) don Massimo ha abbinato la discrezione, non amando stare al centro dell'attenzione, alla decisione, non diffidando dall'innovazione e da qualsiasi rischio, qualora ci fosse stato il bisogno di correrlo. E diciamocelo pure, forse questo articolo gli starà sembrando pure troppo (e io, infatti, lo sto scrivendo lungo apposta), ma altrimenti non si poteva fare: perché quando qualcuno arriva, lo si accoglie e lo si aiuta; quando qualcuno va via, lo si ringrazia.

E allora GRAZIE don Massimo per questi 4 anni: ci sentiamo di ringraziare quantomeno per l'opportunità che ci è stata data di incrociare i nostri cammini. Perché proprio in virtù del nostro essere carnalmente umani, e per fortuna non automi, due strade che si incontrano sotto la supervisione di Don Bosco non possono che ornarsi, ai loro lati, di fiori e frutti buoni che tutta la comunità può cogliere e di cui può godere arricchendosi. 

 

         

 

Autore: Giando

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