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ORATORIO DON BOSCO - San Donà di Piave

San Donà comincia a conoscere lo Scautismo dopo circa 10 anni dal suo arrivo in Italia. Terminata la Prima Guerra Mondiale, don Luigi Saretta riesce a ricostruire il tessuto sociale, economico e religioso del paese; tra le sue iniziative c’è la creazione di una sede sandonatese della Associazione Scoutistica Cattolica Italiana. Durante la cerimonia d’inaugurazione del nuovo ponte sul fiume Piave, il Riparto San Donà 1 “San Marco” pronunciò la Promessa, dando ufficialmente inizio alla “Grande Avventura Scout”.

Nell’aprile 1926, con la legge sui Balilla, il Fascismo cominciò un attacco sistematico alle associazioni cattoliche, che portò ad un totale e definitivo scioglimento degli Esploratori cattolici. Da quel momento lo Scautismo in Italia entrò in clandestinità e nacquero le Aquile Randagie.

Nel giugno 1945 arrivarono a san Donà le truppe di liberazione americane e neozelandesi, che permisero ai Giovani Esploratori Cattolici di riprendere le attività. Arturo Rizzo fu il primo Capo Scout del periodo post bellico, incaricato da Mons. Saretta; poco tempo dopo, le attività si trasferirono all’oratorio Don Bosco, nella stanza abbellita con la decorazione delle costellazioni sullo sfondo del cielo.

Nel 1958 venne cambiato il fazzolettone, che in precedenza era a scacchi: il nuovo è rosso bordeaux bordato di grigio.


Il nostro fazzolettone

“È un pomeriggio soleggiato della prima domenica d’autunno, dopo che l’estate del 1956 ci ha lasciato. Nella sede Scout all’oratorio Don Bosco, la terza stanza che porta alla chiesa, sono attesi i genitori degli Scout. Nel porticato vicino all’ingresso della sede, Don Pomarolli, assistente scout, e altri tre giovanotti accolgono e salutano gli invitati che arrivano nella spicciolata. 

L’incontro è importante e ad evidenziarlo è anche il fatto che a convocarlo e quindi a presiederlo è il Capo Zona, si direbbe oggi, allora invece si chiamava Commissario Diocesano di Treviso A.S.C.I: il signor Dematè prof. Enzo. Questi veniva da Treviso per presentare ai genitori degli Scout i nuovi capi: Albino, Paolo, Giovanni e Mario Pacifici come aiuto capo. 

Al termine della riunione il Commissario Dematè invitava i capi a scegliere i colori del Gruppo Scout S. Donà 1 e cioè il fazzolettone, colori da depositare al Centrale come identificazione del Gruppo. Presi di sorpresa i nuovi capi colsero i colori che in quel momento avevano sotto occhio. Il prof. Enzo Dematè quel giorno indossava un leggero soprabito e attorno al collo spuntava una sciarpa colore rosso bordeaux con dei disegni di fiori color grigio perla. 

Fra i capi c’è stato uno sguardo d’intesa e senza indugi hanno detto: IL FAZZOLETTONE SARA’: 
- DI COLORE ROSSO BORDEAUX. Albino aggiunse:
- CON UNA FETUCCINA DI COLOR GRIGIO PERLA di un centimetro
- POSTA A MEZZO CENTIMETRO DAL BORDO DEL FAZZOLETTONE.

Il Commissario presa buona nota delle tre caratteristiche disse che da quel momento avrebbero potuto fregiarsi con quel fazzolettone, perché avrebbe comunicato subito al Centrale i nuovi colori.

Sia chiaro che questo evento non deve significare che la vita dello scoutismo sandonatese abbia inizio con questo fazzolettone. Lo scoutismo a S. Donà esisteva prima dell’era fascista, e fu chiuso durante quel periodo, per ricomparire subito dopo la guerra. Il fazzolettone portato fino al giorno prima di questo evento era di color rosso scozzese.”

L’AGI comincia l’avventura sandonatese nella primavera del 1947. I due gruppi, femminile e maschile, svolsero attività separate fino al 1974, anno di nascita dell’AGESCI.

Nel 1988, la Comunità Capi del San Donà 1 decise di favorire l’apertura di un nuovo gruppo a San Pio X: San Donà 3. Ad oggi San Donà vanta il numero di quattro gruppi AGESCI, di cui il nostro è il più vecchio: nel 2014 ha festeggiato i 90 anni dalla fondazione.

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