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ORATORIO DON BOSCO - San Donà di Piave

Un uovo per l'Oratorio

del 10 febbraio 2018

Come recuperare il significato profondo della carità

Occorre alzare lo sguardo per cogliere le cose più belle. E così, entrando in Oratorio, si può essere rapiti dalla vista dell’Ausiliatrice che domina il cortile da una posizione tanto privilegiata quanto scomoda; una collocazione rischiosa perché esposta ai colpi del pallone e al picchiettio delle caramelle che, nelle occasioni speciali, piovono dalla trifora sovrastante. Foto, video, articoli dell’inaugurazione di questa nuova statua (che se potessi ribattezzerei la Madonna dello slalom) e della benedizione dei lavori hanno raggiunto e soddisfatto la curiosità di tanti.

Entrando in Quaresima, mi chiedo però se il bombardamento di immagini cui quotidianamente siamo esposti ci permette di cogliere il valore più profondo degli eventi. Mi interrogo sulla necessità di ritagliare uno spazio per isolare solo qualche fotogramma, per cercare tra le tante informazioni il messaggio subliminale che è rivolto a ciascuno di noi.

Sembra suggerircelo, pur in modo velato, lo stesso don Bosco.

Si racconta che un giorno, recatosi in visita al Collegio di Varazze, si mise a parlare ad una folla di cittadini che sottolineavano la loro approvazione al progetto che stava portando avanti con applausi calorosi e prolungati. Don Bosco allora, sorridendo, si interruppe per un inciso: “Per mantenere i ragazzi non ho bisogno di gente che batte le mani in aria, ma di gente che batte le mani in tasca! Se giunta l’ora del pranzo mi metterò solo a battere le mani, i ragazzi staranno freschi…”

E’ chiaro l’invito alla solidarietà, un invito non generico ma personale. Non ha alcuna importanza se ciò che offriamo è poco: è il cuore a determinare la misura della nostra generosità. Lo si coglie bene da questa testimonianza custodita nell’archivio della piccola Storia, quella che accompagna i passi dei grandi.

 

San Donà 15 marzo 1933

Rev. Monsignor, gli ofro questo uovo pasquale che è di 35 lire che sono di 45 merende della quaresima, come denaro lo ofro per l’opera dell’oratorio don Bosco e come penitenza la ofro a Dio per la conversione dei peccatori della parochia. Ella per piacere se e possibile di avere quei libri che mi a promesso cioè Catechismo per adulti e se non e possibile pazzienza. Avrei tante cose da dirli ma causa che non sono capace a esprimere il mio pensiero el scuse de mio male scritto inviandoli Buone Feste Pasquali a lei e ai suoi coperatori.

Mi firmo di essere un lemento della Azione Cattolica

Quanta poesia in queste pochi versi sgrammaticati, quanta capacità di vivere e coltivare in modo autentico il valore della comunità! Di certo, non è per questo giovane che don Bosco  pronunciò quelle parole così forti. Speriamo nemmeno per noi!

Buon cammino di Quaresima!

Autore: Wally Perissinotto

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