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Oratorio don Bosco - San Donà di Piave (VE)

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"Ti do ciò che ho". Ma perchè ce l'hai?

del 17 novembre 2017

Un breve estratto del tema affrontato dagli NF e dai GR nel terzo incontro formativo, con la possibilità di scaricare il materiale in Word e in PDF.

“Ti do ciò che ho”

Ma Perché ce l’hai?

 

Dagli Atti degli Apostoli [3,1-10]

“Un giorno Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera verso le tre del pomeriggio. Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita e lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta «Bella» a chiedere l'elemosina a coloro che entravano nel tempio.

Questi, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, domandò loro l'elemosina. Allora Pietro fissò lo sguardo su di lui insieme a Giovanni e disse: «Guarda verso di noi». Ed egli si volse verso di loro, aspettandosi di ricevere qualche cosa. Ma Pietro gli disse: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!». E, presolo per la mano destra, lo sollevò.

Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e balzato in piedi camminava; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio. Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio e riconoscevano che era quello che sedeva a chiedere l'elemosina alla porta Bella del tempio ed erano meravigliati e stupiti per quello che gli era accaduto”.

Focus

Il Paralitico chiede l'elemosina. E' un uomo che chiede... non è da tutti! Chiedere è umiliante... Chi di noi ha la presunzione di non essere in qualche modo "paralitico" in qualche cosa?

Pietro, nel momento in cui dà, riconosce di aver ricevuto: "Quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!" ...Tutto ciò che ho, l’ho ricevuto in dono. Non trasmette le sue competenze di pescatore, nemmeno quelle imprenditoriali... ma dà Gesù, quell'incontro che gli ha cambiato la vita. Consegna all’uomo il dono che lui stesso ha ricevuto senza merito: riconoscere profondamente di essere figlio amato di Dio e fratello tra i fratelli.

Quanto nella mia vita ho la capacità di riconoscere quello che ho ricevuto e ricevo? Come sarei senza? Cosa ho ricevuto dall'esperienza ADS? Questo riconoscere tutto come dono, offre un senso alla nostra vita e apre alla gratitudine, fondamento di ogni relazione significativa. Mettiamoci dentro a questa logica di fede. Questa è la condizione di possibilità di poter dare a nostra volta. Il dono ricevuto è per tutti.

Chi si ostina a cercare nella vita che qualche cosa gli arrivi, sarà votato all'infelicità e alla frustrazione. Chi sa di ricevere e dà, si rende conto di ricevere ancora di più, e quindi dà con più gioia... ecco un bel circolo virtuoso! Non spreca il proprio potenziale, ma lo moltiplica. Moltiplica la propria vita chi sa donarla. Qualsiasi cosa quò essere letta attraverso questa lente: l'animazione, la dimensione di servizio, la disponibilità in famiglia, a scuola con i compagni e/o con gli insegnanti, ecc... Anche le amicizie! Ad esempio, chi sono "gli amici" per te? Sono limoni da spremere o qualcuno a cui darmi, rischiando anche di perderci? 

Per la condivisione e il confronto

Premessa. Le domande hanno senso nella misura in cui ci confrontiamo con esse tenendo come sfondo la nostra vita, tutta intera, nei suoi vari ambiti, momenti, relazioni (per es. famiglia, amici, scuola, tempo libero, rapporto con Dio, ecc.) avendo come sponda privilegiata anche il cammino ADS nella forma in cui lo sto compiendo (animazione, dimensione di servizio, ecc.)

1. Il paralitico davanti a tutti chiede l’elemosina. Nella mia esperienza quotidiana: ho la capacità di chiedere aiuto, riconoscendo i miei limiti e la mia insufficienza, oppure per orgoglio, per paura, per altri motivi preferisco arrangiarmi chiudendomi e senza aprirmi agli altri?

2. Pietro non ha argento o oro, offre quello che ha ricevuto. Se e in che misura riesco a riconoscere nella mia vita il dono di tante persone che hanno contribuito a crescermi per quello che sono, oppure l’unico orizzonte è quello di guardare a ciò che manca (o è mancato), a quello che non ho o non sono rispetto agli altri, mettendomi in un atteggiamento di rivendicazione?

3. Pietro offre la potenza liberante di Dio. Il paralitico testimonia la guarigione nel suo entusiasmo. Quali sono i modi concreti, se ne ho, di offrire a mia volta quello che ho ricevuto; un dono fatto di attenzione, di premura, di disponibilità anche in gesti umili e ordinari; oppure il fatto di aver ricevuto resta qualcosa di muto in modo tale che siamo solo interessati a quanto gli altri hanno da offrirci o da darci?

Oratorio don Bosco


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30027 San Donà di Piave (VE)
Tel. 0421 338911