Cambia le preferenze sui cookie.

 

ORATORIO DON BOSCO - San Donà di Piave

Il Noviziato Monsone in Route al Sermig!

Nel triduo pasquale di quest'anno il Novizato sceglie di vivere l'esperienza della fede e del servizio in un luogo speciale, il Sermig di Torino.

Il Sermig (Servizio Missionario Giovani) nasce a Torino nel 1964, fondato da Ernesto Oliviero, sua moglie e da un gruppo di Giovani, per concretizzare un "sogno": eliminare la fame e le grandi ingiustizie del mondo. Dal 1938 il Sermig entra nel vecchio arsenale militare di Torino e grazie all'aiuto gratuito di migliaia di persone lo trasforma in Arsenale della Pace. 

 

Vi dedico questa canzone. La canteremo insieme...

"Se mi fermo un istante
in questa vita
frenetica solo valanghe di problemi poche soluzioni.

“Per te non c’è un lavoro, il tuo futuro è incerto continua a scappare rincorrendo il tempo finché sei in tempo”.

Sono tante le parole
che ascolto intorno a me chi non sa che cosa dire ama la retorica.
La vita è un mercato vince solo chi grida
e così sono i più deboli sempre a pagare.
Ma oggi io mi dico che...

Ricomincio da qui
e riparto con tutto l’amore che ho dai sogni miei

RICOMINCIO DA QUI

le paure che
ogni giorno con forza a ronterò.

Quante volte desideriamo di essere invisibili?
È più facile annullarsi invece di lottare.

Questo mondo spaccia morte come se piovesse oro
da una gabbia
tu non fai paura

più a nessuno... non sei più nessuno.

Ricomincio da qui
e riparto con tutto l’amore che ho dai sogni miei
le paure che
ogni giorno con forza a ronterò. Ricomincio da qui
per ridare un senso alla vita mia non cadere più
nelle trappole

di un mondo che vuole, ma vuole per sé.

Sono stanco di so rire per le vostre decisioni
ci volete intrappolare in un teatro degli orrori

sono io che oggi decido e vi farò tacere mi riprendo la mia vita
non mi lascio morire!

Ricomincio da qui
e riparto con tutto l’amore che ho dai sogni miei
le paure che
ogni giorno con forza a ronterò. Ricomincio da qui
per ridare un senso alla vita mia non cadere più
nelle trappole
di un mondo che
vuole, ma vuole per sé. "

Ernesto Olivero

 

 

Siamo partiti alla volta del Sermig, eh si, dopo tanto finanziamento alla fine ci siamo riusciti!

Era il primo giorno di vacanza e noi, con appuntamnto alle 6 di mattina ci siamo avviati verso le nostra avventura! Abbiamo preso il treno e poco prima di pranzo siamo arrivati a Torino. Ci siamo sistemati in un parco per il pranzo e successivamente avviati per la nostra destinazione. Verso le due del pomeriggio eravamo già entrarti e sitemati e alle 14.30 è iniziata la presentazione del campo nella chiesa dell'arsenale. Dopo una breve presentazione del Sermig, ci hanno riferito il programma gionaliero e alcune note dell'organizzazione. Avevano preparato due gruppi, in cui uno si occupava di fare servizio alla mattina e approfondimenti al pomeriggio e l'altro viceversa. Poi, di questi gruppi ci siamo suddivisi ulteriormente in aggregati più piccoli di due signole unità (noviziati/clan) guidati da un giovane del Sermig. Noi avevamo approfindimenti alla mattina e servizio al pomeriggio.

La giornata era ben scandida: alle 7.30 si serviva la colazione, alle 8.00 c'erano le lodi mattutine e poi dalle 8.30 alle 12.15 ci si occupava di fare servizio o approfondimenti. Alle 14.00 c'era il primo incontro per il pomeriggio, dove fino alle sette e mezza ci si divideva per servizi o approfindimenti. 19.15 cena e poi, alle 20.30 iniziava il triduo Pasquale.

Detto ciò, abbimo fatto una visita "guidata" all'interno dell'arsensale per capire come quelle loro idee e speranze, con il tempo, la fede, l'aiuto che hanno ricevuto,  hanno dato frutto concreto per le persone il difficoltà. Alla sera siamo andati a cena e alla lavanda dei piedi.

Venerdì mattina, dopo colazione e le lodi mattutine ci siamo dedicati all'approndimento: conoscere e analizzare il patto tra le generazioni. È una sorta di unione o meglio congiuzione delineata in 10 punti tra le geenrazioni, giovani e adulti, per poter lavorare assieme ad un mondo più nostro. CI siamo confrontati e qualche volta anche confutati per mettere nel nostro comune accordo questi fatidici 10 punti: 

  • sostenere la vita

  • promuovere la giustizia

  • costruire la pace

  • ricercare il dialogo

  • puntare sul disarmo

  • custodire la terra

  • mettere al centro il servizio

  • scegliere la bontà

  • ascoltare la coscienza

  • risvegliare la sete di infinito

A pranzo abbiamo vissuto un’esperienza particolare, il pranzo dei popoli.

"Eravamo circa 300 giovani, seduti a terra in un grande salone. Davanti a noi un tavolo imbandito. In centro al salone, per terra, un pentolone d’acqua e un mestolo, vicino ad un cesto di frutta di medie dimensioni, e poi dei cestini ai lati della sala. Un giovane inizia a parlare: “30.000 persone muoiono ogni giorno nel mondo per malattie legate alla denutrizione. 21 ogni minuto. Eppure questa notizia non buca la coltre d’indifferenza di chi sta bene.” Ci presenta il mondo come è.

Ci ritrovammo con un bigliettino in mano, come una carta d’identità, un volto, un nome, un occupazione un paese. Mi viene proposto di immaginare di essere il volto di quella foto.

È ora di pranzo. Ma lo scenario è ben diverso da quello di casa, seduti a tavola, magari con la tv accesa senza accorgerci di cosa abbiamo nel piatto. Tutto questo non c’è. Il pranzo  ha inizio, viene servito il tavolo, attorno al quale sono sedute dieci persone, chiamate a sedersi perché aveva ricevuto un biglietto con scritto “Inghilterra” . Tutti noi rimanenti, seduti per terra. Poi mi viene distribuito un piatto con un cucchiaio di riso.Quelli al tavolo avevano ricevuto una razione esagerata di cibo, e per più volte l’invito a riceverne dell’altro. Il suo piatto era una zuppiera colma, il riso quasi cadeva dai lati. Alla terza offerta di altro cibo, i ragazzi seduti al tavolo rifiutavano e, anziché darlo a noi il cibo avanzato fu rovesciato nei cestini. A questo punto ci venne proposto di fare tutto ciò che ritenevamo giusto. Le reazioni furono tante, c’era chi andava a prendere da mangiare nell’immondizia o sul tavolo e portava il cibo ai suoi vicini, chi lo prendeva e pensava per sé. Alcuni ragazzi dal tavolo si alzarono per darci da mangiare dal loro piatto, alcuni rimanevano seduti e continuavano a mangiare. Era tutto così confuso e quasi “burbero”. Finì il pranzo, iniziò il momento di riflessione su quello che era appena accaduto. Pensavo: “Questo è stato un gioco. Nella vita quella seduta al tavolo imbandito sono io, sono io l’indifferente alla morte per fame che ogni giorno colpisce migliaia di persone”."

Al pomeriggio ci siamo divisi in servizi, aiutare i bambini con i compiti e laboratori artigianali. Alla sera abbiamo cenato e poi ci siamo recati in chiesa per la Via Crucis. 

Sabato invece, alla mattina abbiamo partecipato ad un incontro con Ernesto, sempre nel salone e per chi voleva, in previsione alla S. Pasqua potevamo confessarci. Al pomeriggio invece abbiamo scelto di aiutare a preparare le missioni umanitarie e lavorare alla  terra del Sermig.

Verso le 18.00 abbiamo vissuto un momento conclusivo e di verifica con la nostra guida Arianna, abbiamo soddisfatto la nostra curiosità visitando lo studio di registrazione dell' Arsenale  e alle 20.45 ci aspettava la Pasqua. La messa era sempre accompagnata da un coro ricco di strumenti e voci davvero emozionante. La sera è stata molto intensa, che indicava la fine del nostro monento a Torino ma soprattutto la grande spinta d'amore che avremmo poratato nel cuore. Per concludere abbiamo festeggiato con una buona cioccolata calda tutti assieme. Al nostro viaggio mancava davvero poco, infatti dopo una colazione veloce,  e qualche ora seduti in treno siamo arrivati a casa.

"È stato forte, intenso, ricco e completo partecipare, ci siamo messi in gioco nella nostra fede e servizio, abbiamo riempito un pezzo di cuore "

 

Autore: Letizia Trevisiol

SEGUICI SUI SOCIAL

 

       

 

ORATORIO DON BOSCO  - via XIII Martiri, 86 - 30027 San Donà di Piave (VE) - Tel. 0421 338911