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ORATORIO DON BOSCO - San Donà di Piave

Scoprire il fuoco sotto la cenere

del 18 marzo 2019

Ritiro per adulti nella seconda domenica di Quaresima, guidato da don Alberto Maschio

 

Quante volte abbiamo imboccato la strada verso la Pasqua! Magari incupiti dall’ombra delle rinunce o scoraggiati dalla fatica di un percorso che ci riporta sempre al capolinea, al solito incrocio… Vale la pena ricominciare? E da dove ripartire?

Il ritiro quaresimale può aiutarci a dar slancio al nostro cammino, a spogliarci delle tante abitudini che col tempo abbiamo svuotato di significato, a pregustare la gioia piena del Risorto.

All’Oratorio, il ritiro per gli adulti si è svolto ieri, in una imbronciata domenica di marzo, sostenuto da un clima sereno e dalla nutrita presenza di persone di varie età (oltre ai fedelissimi, anche qualche volto nuovo) legate dal comune desiderio di mettersi in gioco per vivere al meglio questo momento forte dell’anno. Un’esperienza bella, profonda ...ed invitante perché basata su due elementi fondamentali: l’apertura (un incontro rivolto a tutti, svincolato dai rigidi confini associativi o familiari) e la libertà (con la possibilità di aderire all’intera proposta, distesa nell’arco della giornata, o al solo momento formativo e di preghiera).

Introdotto dalle parole di accoglienza di don Massimo, don Alberto Maschio ha guidato la riflessione focalizzando il suo intervento su alcuni punti chiave: 

La Quaresima non è un cammino di perfezionismo, non è un tempo di mortificazioni ma di vivificazioni. Dio non ama la sterile osservanza delle regole, i sacrifici o le opere fatte per abitudine, prive di passione. Ci vuole decentrati da noi stessi, prudenti nel giudizio, larghi di cuore e tesi verso il bene. Ne troviamo conferma nella pagina pregnante del Vangelo che presenta una donna, una prostituta, che osa sfidare le regole convenzionali ed imporre la sua presenza imbarazzante nella casa di Simone il fariseo (Lc 7,36-50). Una lettura che viene proposta alla meditazione dei presenti.

Per Simone, e per l’uomo religioso in generale, il peccato è la trasgressione di una norma, un'infrazione grave che condanna il peccatore ad un giudizio duro, senza riserve. Per Gesù è diverso. Nella sua profonda bontà coglie nella donna (quindi in noi) prima la sofferenza del peccato, non la giudica per l’errore che ha commesso ma ne apprezza il desiderio di cambiare, la valuta per l’intensità del suo amore.

La Quaresima è proprio questo: un percorso di consapevolezza verso il significato profondo della Pasqua; è un periodo privilegiato per scoprire sotto la cenere il fuoco della fede, della speranza e della carità, per ravvivare il nostro desiderio di ardere e far ardere.

La provocazione di don Alberto, che inchioda i presenti a questa responsabilità, si fa interrogativo: l’esperienza di fede che stiamo vivendo ci sta immergendo in Dio, nel fuoco del suo amore che ribalta ogni prospettiva e ci spinge verso gli altri?

Ciascuno viene invitato a cercare dentro di sé la risposta, nel confronto con il gruppo o nel dialogo personale davanti al Santissimo.

La messa conclusiva, con i suoi momenti di spontaneità, regala un altro messaggio importante: considerare la pausa di ristoro, assaporata durante la giornata, come un faro capace di illuminare le difficoltà del quotidiano; difficoltà che vanno affrontate, attraversare e servire in stretto rapporto con il Padre, sull’insegnamento di Gesù. Non solo. Don Massimo esorta i presenti a non lasciar cadere l’intuizione sgorgata dal momento di deserto ma di riporla nel cassetto del nostro cuore per tirarla fuori nel momento del bisogno.

E se anche ci scordassimo dei propositi fatti, basterà ricordare che ciò che lenisce ogni ferita, ciò che dà vigore al nostro cammino (non solo quaresimale!), ciò che motiva e nutre la nostra vita è l’amore. 

Da questo dobbiamo ripartire, sempre!

 

Autore: Wally Perissinotto

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