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ORATORIO DON BOSCO - San Donà di Piave

Nel nome, il segreto

del 13 febbraio 2018

Alla scoperta delle origini del Dopo la campanella

Sfogliando il Bollettino salesiano del gennaio 1929, scopriamo che l’attività del doposcuola fu una delle prime ad essere avviate dalla nascente opera sandonatese: “accettammo fra le nuove fondazioni del 1928 l’orfanotrofio oratorio festivo e dopo scuola a San Donà”.

L’assistenza allo studio accompagnò per lungo tempo la scuola salesiana: tale servizio, predisposto per gli allievi del ginnasio, era aperto anche agli esterni dietro un modico compenso. Qualcuno ricorda ancora, con una nota di risentimento, i colpi delle nocche sulla testa inferti da qualche chierico per le ripetute distrazioni. Ma il cortile, che si intravedeva al di là dei vetri appannati della finestra, rappresentava davvero un richiamo irresistibile.
L’attività pomeridiana di sostegno all'attività scolastica, pur premiata dalla tradizione, andò a morire gradatamente con l’avvio del Centro di Addestramento Professionale. Forse perchè il nuovo indirizzo andava a privilegiare le materie operative ed i percorsi laboratoriali.

Alla fine degli anni Novanta (esattamente ad aprile del 1999), don Alberto Maschio, allora responsabile dell’oratorio, ebbe la felice intuizione di riproporre un’attività di doposcuola che andava incontro ai bisogni dei genitori spesso preoccupati di lasciare i figli incustoditi o inoperosi davanti alla tv o al computer. Il progetto sperimentale, rivolto ad una cinquantina di ragazzi della scuola primaria e secondaria di primo grado, era strutturato in modo semplice e funzionale. Suddivisi per fasce di età, nei pomeriggi di lunedì, mercoledì e giovedì i ragazzi si trovavano all’oratorio per svolgere i compiti sotto la guida attenta dei giovani operatori e di qualche volontario. Ciascun gruppo organizzava in modo autonomo il tempo ricreativo che era il momento qualificante del progetto, pensato per richiamare in oratorio i ragazzi anche nei giorni feriali. Obiettivo fondamentale dell’iniziativa era infatti quello di favorire l’incontro per costruire amicizia e fiducia tra i ragazzi e con gli animatori.
Quando il desiderio di gioia dei figli e il desiderio di formazione dei genitori si incontrano, allora nasce una proposta educativa che segna in positivo la crescita dei ragazzi”.
L’esperienza, valutata positivamente anche dall’amministrazione comunale che aveva sostenuto il progetto, venne riproposta negli anni successivi integrata e potenziata.

Il successo stava già nel nome. Un nome che rimandava immediatamente alla gioia di chiudere gli zaini, di uscire dalla scuola e riempire di significato il tempo che si apriva dopo il suono della campanella.

Era una proposta aperta a tutti: ai ragazzi più fragili, cui veniva offerta la possibilità di essere sostenuti nel percorso scolastico e a quelli più autonomi che potevano confrontarsi con personale specializzato per migliorare le proprie prestazioni e al tempo stesso mettersi a servizio dei compagni in difficoltà. Insomma, più che un semplice progetto, una scuola di vita. L’attività di studio era affiancata ed arricchita da una proposta creativa: corsi di chitarra, di danza, laboratori manuali in prossimità della Pasqua e del Natale andavano a soddisfare ogni tipo di bisogno e di interesse.
Alessandra Zanellato, animatrice ADS, portava avanti non senza fatica l’ardua gestione della nuova attività, ma a sostenerla c’era sempre la presenza vulcanica di don Alberto che accoglieva i ragazzi davanti alla giostra, li accompagnava al CFP, li aspettava all’intervallo per qualche scambio di battute e si faceva ritrovare in atrio al termine delle lezioni. Con il suo tono di voce squillante, incoraggiava, coinvolgeva, “ti trascinava a forza all’interno di una grande avventura. E ne rimanevi abbagliata…”

Dopo il primo triennio, emergono alcune importanti novità, prima fra tutte l'attivazione di percorsi specifici per l’italiano, le lingue e la matematica; la nuova organizzazione obbligherà i laboratori a prendere strade parallele.
Giovani operatori (laureandi o neo laureati in attesa di occupazione stabile) animano il cortile con vivaci partite di calcio diventando un importante punto di riferimento per gli  adolescenti, spesso derubati della presenza maschile in ambito educativo. La loro simpatia rinsalda i rapporti e favorisce un clima di lavoro allegro e sereno.
Don Silvio Zanchetta subentra a don Alberto, mentre la direzione dell’intera attività viene affidata alle mani esperte di Andrea Pasqualetto. Le riunioni con gli operatori, la collaborazione con le scuole del territorio, la formazione dei giovani volontari costituiranno gli elementi qualificanti del nuovo progetto che negli anni raggiungerà un’utenza sempre più ampia e numerosa.

Il resto è cronaca.

 

Autore: Wally Perissinotto

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