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ORATORIO DON BOSCO - San Donà di Piave

Perché ripartire dalla storia?

In un mondo che si misura sempre più sul presente, che stenta a guardar lontano, diventa importante riallacciare il legame con il passato per recuperare dalla Storia i valori, le testimonianze, gli insegnamenti che ci permettono di indagare con le lenti dell’esperienza la realtà che ci circonda. Perché solo ciò che si conosce si può comprendere, apprezzare ed amare veramente. Questo vale per l’arte, per la musica, per le relazioni interpersonali.

“La Storia dell’oratorio non fa eccezione: è ottima maestra di vita se la rileggiamo
con il cuore di don Bosco e alla luce delle domande vere dei giovani”.

Conoscerla, ci può aiutare a sentirci pienamente responsabili di un progetto educativo che ha radici profonde e traguardi ambiziosi all’orizzonte.

Breve Storia dell’Oratorio

L’oratorio “Don Bosco” nasce per iniziativa dell’arciprete don Luigi Saretta, che nel primo dopoguerra individua fra le molteplici necessità del momento l’urgenza di raccogliere e istruire i tanti ragazzi “dediti a monellerie, furti, bricconate” che la guerra ha lasciato in balia di se stessi.
Dopo una lunga e faticosa trattativa, i primi Salesiani arrivano a San Donà il 24 Settembre 1928, ospitati provvisoriamente all’Orfanotrofio, dove sono costretti a rivolgere il loro intervento ai soli 80 ospiti maschi del collegio.
La nuova struttura (composta dal corpo centrale e dall’ala destra) viene inaugurata il 21 settembre 1930 dal beato Andrea Longhin, vescovo di Treviso, ma l’Oratorio apre le porte soltanto il giorno di tutti i Santi dello stesso anno. Con i poveri mezzi a disposizione, il primo direttore della nuova opera, don Luigi Castellotti, dà avvio a numerose attività associative e ricreative che riescono a dar vivacità ad un paese privo di risorse, a nutrire la fantasia e a educare i sogni di molti ragazzi.

L’Oratorio diventa ben presto la casa di tutti i Sandonatesi, perché tutti l’hanno fortemente voluto e si sono spesi in vari modi per realizzarlo.

Dopo la pausa dettata dalla guerra, l’opera acquista nuovo splendore grazie al dinamismo di un direttore straordinario, don Domenico Moretti, che conquistato dalla vivacità del cortile, definisce l’Oratorio di San Donà “l’Oratorio più bello del mondo”.

Nel 1957, sull’onda della ripresa economica, i Salesiani, leggendo provvidenzialmente i segni dei tempi, decidono di convertire la scuola privata in Centro di Addestramento Professionale avviando quattro reparti: Elettricisti installatori, Chimici industriali, Aggiustatori meccanici e Falegnami modellisti. Negli anni Sessanta il cortile ritrova nuovo vigore grazie a Don Nicola Pelizzon, che anima il divertimento coinvolgendo frotte di ragazzi nelle Olimpiadi di fine estate.

La forte accelerazione impressa dagli anni Settanta apre l’Oratorio a nuove prospettive: si consolidano le associazioni, che accolgono i giovani di entrambi i sessi, e si promuove l’impegno missionario e sociale: oltre al gruppo Uganda nasce il gruppo Mani Tese, appendice di Operazione Mato Grosso.
Come frutto del Cinquantesimo (1978) si avviano due attività che verranno premiate dalla tradizione: la Settimana dell’Oratorio e la Proposta Estate Ragazzi (P.E.R). 
Nello stesso anno la scuola, che da subito si è dotata di nuove strutture, cambia nome diventando Centro di Formazione Professionale CNOS-FAP Don Bosco.
Negli anni Ottanta si concretizza la preziosa collaborazione degli adulti, che si intensifica negli anni Novanta quando, per il decrescere del numero dei Salesiani, si chiude la stagione dell’Oratorio sempre aperto, senza interruzione, dal primo mattino a tarda serata.
A ridosso del terzo millennio (1999) prende avvio il progetto “Dopo la campanella”. Sorto grazie ad una convenzione con il Comune di San Donà (successivamente estesa ai Comuni limitrofi), diventa strumento privilegiato per sostenere l’impegno e riempire i pomeriggi vuoti di tanti ragazzi che vengono coinvolti in attività scolastiche e ludico-ricreative sotto il controllo vigile dei giovani operatori.

Nel tempo, l’Oratorio modella la sua fisionomia continuando ad emergere per vitalità e ricchezza di proposte. Completato l’abbraccio del cortile (1968) con la terza ala adibita a Centro scolastico, Centro giovani e spogliatoi per gli sportivi, nel 1991 viene ampliata la chiesa con la costruzione della cappellina delle confessioni.
Nel 2007 il vecchio cortile polveroso, ricordo indelebile di tanti oratoriani della prima ora, lascia spazio ad un nuovo campo in erba sintetica che meglio si presta alle innumerevoli attività ed iniziative dell’oratorio.
L’investimento in tecnologia ed innovazione (con i nuovi laboratori di automazione, informatica e  motoristico inaugurato nel 2013 dal Rettor Maggiore don Chávez) documenta l’impegno dei Salesiani a rispondere in modo efficace alle sollecitazioni di una società dinamica che richiede un’interazione sempre più profonda tra il mondo del lavoro e quello della formazione.

Nella complessità dell’oggi, l’Oratorio si presenta come un ambiente dinamico, accogliente e propositivo... un Oratorio che è sempre il “più bello del mondo” perchè capace di custodire con quotidiana fedeltà, lo spirito di don Bosco. 

Per gli approfondimenti vai alla sezione Libri: www.inoratorio.it/libri

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