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ORATORIO DON BOSCO - San Donà di Piave

La comunità: io e i miei compagni di viaggio…

del 31 dicembre 2018

Durante il mese di dicembre, per il capitolo riguardo la Carta di Clan, abbiamo affrontato il punto comunità…

Le attività dedicate all’ambito comunità si sono suddivise in due giornate: sabato 8 e domenica 23 dicembre. Secondo le proposte della pattuglia comunità, siamo partiti da un’analisi del rapporto di un “io con un altro io” fino a “io e la comunità”, per poi trarre delle basi comuni su cui lavorare nella stesura della Carta.

“Cosa significa il mio tatuaggio?“ ”In che via abito?” “Che scuola frequento?” “Quand’è il mio compleanno?” “Qual è la mia più grande passione?” Pochi sapevano rispondere a queste domande della pattuglia comunità. Cosa significava questo? Che al Clan mancava una visione a tu-per-tu tra i membri, su cui la pattuglia voleva lavorare durante l’attività.

“Camminare aiuta a pensare”, motivo per cui la prima attività l’abbiamo trascorsa prevalentemente passeggiando lungo il Piave in un clima di riflessione. Per prima cosa è stato chiesto ad ognuno di soffermarsi sul rapporto che ha con ciascuno degli altri membri del Clan: “Quanto mi sento libero/a di parlare con questa persona a proposito di: problemi del Clan, problemi della pattuglia, problemi personali?” Riferendosi a questa domanda ognuno doveva compilare tre semafori per ogni persona.

A questo punto sono stati consegnati a ciascuno 23 bigliettini con tutti i nomi dei membri del Clan…”Che cosa vorrei dire io a questa persona? Un augurio, una considerazione, un consiglio, un complimento…”. In questo modo si era inviati a soffermarsi profondamente su ognuno, a pensare effettivamente a ogni persona, che cosa rappresenta per me, qual è il rapporto di conoscenza reciproca…

Al ritorno dalla nostra passeggiata di riflessione abbiamo raccolto le prime conclusioni. Tre mega-semafori su un cartellone, contrassegnati uno da “problemi del Clan”, uno da “problemi della pattuglia”, l’altro da “problemi personali”: in essi abbiamo raccolto quanti rossi, gialli e verdi erano stati messi in totale. L’analisi ha rivelato che nel primo e nel secondo punto c’è una maggioranza verde, mentre nel terzo punto una maggioranza rossa e gialla: infatti vi è coesione fra tutti i membri del Clan per quando riguarda la stessa comunità, cosa che è positiva, al contrario il rapporto di confidenza tra singoli è minore.

Abbiamo quindi raccolto i bigliettini di tutti in buste nominali e consegnato ad ognuno la propria: leggendo le opinioni di tutti su di sé, ciascuno era stimolato al confronto con gli altri. Motore di ciò, la curiosità di scoprire perché una certa persona aveva scritto una determinata cosa, che magari non ci si aspettava o ci ha colpito…

Per concludere l’attività e incoraggiare ancor di più la conoscenza reciproca è stato proposto il “Babbo Natale segreto”: in questo modo poteva capitarci il biglietto di una persona che conoscevamo poco, spingendoci a conoscerla.

Nelle due settimane successive abbiamo riscontrato che tutto il Clan è rimasto profondamente colpito dalle buste, quindi, per scrivere la Carta, abbiamo deciso di far parlare i dati: le reazioni alle buste e i mega-semafori.

All’inizio dell’attività abbiamo dato l’opportunità di incontrarsi tra singoli o gruppi per confrontarsi sui biglietti ricevuti e iniziare un percorso di conoscenza reciproca che continuasse tutto l’anno. Fatto questo, abbiamo chiesto ad ognuno di riprendere in mano i semafori concentrandosi sulla colonna “problemi del Clan”, spiegando con una parola ogni verde, giallo e rosso che aveva messo. A ciò è seguito un confronto di pattuglia: l’obiettivo, trovare i punti comuni da condividere poi con il Clan in un altro big-semaforo, individuando così gli aspetti di forza, incertezza e debolezza. Da questi poi partiremo per scrivere la Carta.

Per concludere le attività dell’ambito comunità e augurarci “Buon Natale” ci siamo scambiati i regali del Babbo Natale segreto, sperando che queste vacanze possano essere sfruttate come occasione d’incontro e conoscenza.

Autore: Letizia Trevisiol e Maria Paulon

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