Il clan tra la neve?

del 13 gennaio 2022

Sognavamo l’alta montagna, ma...

Finalmente il 27 dicembre, (dopo un tampone rapido onde evitare che qualcuno dopo il cenone di Natale fosse positivo) siamo partiti per il tanto desiderato ed organizzato campetto invernale del clan Camelot! Abbiamo raggiunto una struttura nei pressi di Fanna, vicino al Santuario della Madonna della Strada per trascorrere tre giorni sereni e indimenticabili. Sognavamo l’alta montagna, ma così non è stato, eravamo a soli 300m di altitudine e faceva più caldo lì che a San Donà. La casa, però, era davvero bella, spaziosa e ben organizzata, con un immenso giardino che abbiamo assai sfruttato per giocare a nascondino.

Le nostre giornate erano scandite da tempi elastici e rilassati che ci hanno permesso di vivere il tutto serenamente, tra giochi, attività mirate e davvero tanto pandoro.  

Il tema che ci ha guidato durante questi giorni è stato: l’arte, per conoscere noi stessi. Abbiamo usufruito di tre correnti artistiche per rappresentare tre grandi quesiti impliciti, ma che sono necessariamente parte di noi e ci contraddistinguono dagli altri: l’arte preistorica-la rappresentazione di sé stessi tramite il simbolismo, il classicismo-il sogno, il dadaismo e il surrealismo- l’incubo e la paura. Sono stati adoperati per svolgere e rappresentare le questioni diversi materiali, rispettivamente: il pongo, la spugna idrofila per i fiori freschi oppure dei mini pon-pon e delle vecchie riviste per creare dei collage.

Il secondo giorno, inoltre, siamo stati nei pressi del Castello di Maniago grazie ad una breve escursione e non sono di certo mancati i fuochi serali e i post-fuochi, in cui ci siamo cimentati nel gioco “Dubito” che ci ha messi a dura prova! :) (avevamo aggiunto la clausola di non poter dire “si” e “no” che ha scatenato gran divertimento).

Inevitabilmente i tre giorni sono passati molto velocemente tra risate e qualche riflessione, canti e buon cibo (grazie alla pattuglia Menù), che sicuramente ci ha unito e caricato per l’anno nuovo.

Autore: Agnese Vazzoler