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ORATORIO DON BOSCO - San Donà di Piave

Iniziamo l'anno con il botto!

del 24 gennaio 2020

Comincia il nostro percorso sulla degenerazione, partendo da economia e società…

Domenica 12 gennaio abbiamo cominciato il capitolo su “degenerazione e rigenerazione" proponendo al clan qualcosa di particolare. Infatti, la pattuglia Kujenga ci ha invitati la mattina presto a vedere l'alba in spiaggia ad Eraclea (in compagnia dei delfini!) per poi trascorrere insieme tutta la giornata all'insegna del tema della degenerazione economica.

Dopo il nostro speciale incontro con i delfini, ci siamo incamminati verso il “soggiorno marino don Bosco", dividendoci nel frattempo in quattro Stati: Russia, Cina, Italia e USA. Ognuno di questi era dotato di “carta d'identità” che conteneva dei punteggi di domanda e offerta di materie prime, industria, conformazione territoriale, sanità, popolazione, istruzione, … si andava a creare un gioco con lo scopo di equilibrare domanda e offerta tramite il commercio internazionale, riuscendo così ad interagire attivamente con il tema. Il commercio, per essere il più realistico possibile, era influenzato da alcune limitazioni imposte agli Stati (impossibilità di commerciare con qualcuno, l'obbligo di farlo, …), che rappresentavano delle ipotetiche leggi, e degli imprevisti che rendessero la situazione più dinamica, andando a togliere o aggiungere punteggi.

Il gioco era stato creato apposta per far fallire tutti, in modo da capire come gli Stati nella realtà hanno difficoltà ad interagire, perché ognuno persegue i propri interessi senza badare al bene comune.

Dopo pranzo, ci siamo diretti verso la laguna del Mort per vedere il tramonto e trarre le conclusioni del nostro gioco: in cosa consiste qui la degenerazione? Sta nel fatto che gli Stati partono con l’intenzione positiva di fare il bene dei propri cittadini, ma usano dei metodi che danneggiano gli altri Stati, provocando così una degenerazione.

 

Ci diamo ritrovo il sabato successivo per l’attività organizzata dalla pattuglia Antilopi sul tema del pregiudizio. Esso è un atteggiamento costituito da tre aspetti: una componente cognitiva, una affettiva e una comportamentale. Partiamo dalla prima: lo stereotipo. Cos’è?

È una generalizzazione condotta su un gruppo di persone, in cui caratteristiche identiche vengono attribuite a tutti i membri del gruppo, senza tenere conto delle variazioni tra i membri.

Esso quindi avrebbe valenza sia positiva sia negativa e viene generato naturalmente dal nostro cervello per classificare e schematizzare in alcune caratteristiche generali le informazioni che percepiamo; tuttavia, gli psicologi lo usano generalmente per indicare un atteggiamento che va ad eliminare le differenze individuali in un gruppo, accompagnato da un atteggiamento ostile.

Passiamo alla componente affettiva con un brano: due signori discutono, il primo rimane fermo nella propria opinione, il secondo invece è aperto alla riflessione a all’accettare nuovi punti di vista. Quando questo va ad intaccare con le sue argomentazioni il pregiudizio del primo, egli non vuole sentire ragioni: per quale motivo?

Pensiamoci su con un dibattito! Quali sono i pro e i contro di mantenere sempre la propria opinione, quali quelli di rifletterci e, se necessario, cambiarla? Di certo non siamo giunti ad una conclusione, c’è chi si è schierato da una parte, chi dall’altra, chi nel mezzo…

Poi un altro spunto: come influisce la quotidianità nel crearci dei pregiudizi? Che effetti hanno, ad esempio, sui bambini i cartoni della Disney che presentano un re vecchio e arrabbiato, un Gaston che crede che le donne debbano solo occuparsi della casa e sospirare davanti ai muscoli degli uomini?

Infine, la componente comportamentale; si riflette nella discriminazione, ovvero nel concepire una distanza sociale tra diversi gruppi etnico/religiosi: è un reale pregiudizio o solo una preferenza per un gruppo? La affrontiamo con il video “La trappola dei pregiudizi”: in breve, un ragazzo concede un passaggio ad un ragazzo di colore; mentre i due parlano, il secondo scoppia a ridere e mette una mano in tasca per tirare fuori una cosa… l’altro, pensando che gli volesse sparare, lo uccide, ma in realtà l’oggetto che stava estraendo dalla tasca era una statuetta. Perchè? Solo perché il ragazzo aveva un diverso colore della pelle doveva aspettarsi che fosse un delinquente?

Autore: Chiara Bucciol e Maria Paulon

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