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CINEMA TEATRO DON BOSCO via XIII Martiri, 86 - San Donà di Piave (VE) - Tel. 346 960 5687 - vedi tutta la programmazione

Hannah

"HANNAH doveva essere Charlotte Rampling"... la recensione di Tutti al cinema Appassionatamente

"HANNAH doveva essere Charlotte Rampling". Dice più o meno cosi Andrea Pallaoro, il giovane regista italiano trasferito a 17 anni per motivi di studio negli Stati Uniti, e che lì ha cominciato la sua carriera cinematografica. È per questo che con una fondamentale dose di spudoratezza le ha mandato la sceneggiatura del film, insieme a una copia del suo primo lungometraggio, "Medeas", del 2013, passato a Venezia, nella sezione Orizzonti. E la Rampling ha capito. Così nel giro di qualche giorno lo ha invitato a Parigi per parlarne. Ne è nata una fruttuosa empatia che due anni dopo li ha portati a cominciare le riprese del film.
Alla domanda su quanto ci sia di Charlotte Rampling nel personaggio di Hannah, non nega certo quanto l'intensità dell'attrice, con la sua maschera dolente, abbia contribuito alla forza del personaggio, ma precisa orgogliosamente che la sua sceneggiatura era molto dettagliata. E la cosa si vede perché dentro al personaggio, e intorno a lei, c'è una costruzione di emozioni, di situazioni e di ambienti, che non può che nascere da una scrittura particolarmente accurata e da una grande sensibilità autoriale.
Hannah è una donna anziana, alle prese con una realtà circostante difficile da accettare, così come per lo spettatore difficile da comprendere.
Accompagna il marito in carcere, per motivi che lo spettatore può solo provare a immaginare, e resta completamente sola a gestire in qualche modo il proprio crollo emotivo. Anche il figlio l'ha cancellata dalla propria vita, così come ha cancellato il padre, del cui arresto sembra essere responsabile.
Con un grande lavoro di sottrazione e dialoghi ridotti al minimo indispensabile, condizioni che però amplificano l'attenzione e la partecipazione dello spettatore, Pallaoro indaga sul delicato rapporto tra il singolo, sottoposto alle gravi tensioni che la vita può improvvisamente porgli di fronte, e la realtà che lo circonda, che diventa sempre più difficile da affrontare.
Un lavoro, quello di Pallaoro e della Rampling, di cui si sono accorti anche i curatori di Venezia che hanno inserito HANNAH tra i film in concorso all'ultima edizione della Mostra, arrivando poi a premiare Charlotte Rampling con l'Osella per la migliore interpretazione femminile. Probabilmente Pallaoro aveva dunque ragione, la sua HANNAH doveva essere proprio Charlotte Rampling.

di Dino Geromel

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