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ORATORIO DON BOSCO - San Donà di Piave

1950, foto scattata da don Domenico Moretti

Dopo la "Madonna Portinaia" arriva la "Madonna Portiera"

del 17 gennaio 2018

Una nuova presenza a protezione del cortile

Nel mese di don Bosco non poteva passare in sordina la ricorrenza che fa memoria delle origini dell’Oratorio, un’importante pagina di storia locale ripresa e presentata martedì 16 gennaio al Centro Culturale, nell’ambito della programmazione Uniper della formazione permanente.
Celebrare l’arrivo dei Salesiani vuol dire, infatti, far tesoro dell’esperienza educativa maturata in 90 anni di presenza, della gratitudine e dell’amore dimostrati verso una comunità che può vivere e fiorire solo se fa famiglia con la città. Perché il cammino dell’una si inserisce nel solco dell’altra.

L’Oratorio di San Donà di Piave nasce da una storia d’amore. Una storia d’amore tra l’arciprete e la città che, pur uscita vittoriosa dalla Grande Guerra, conta tra le sue ferite la situazione drammatica dei tanti ragazzi rimasti orfani, senza pane e senza tetto, esche facili della micro criminalità.
Per superare questa situazione di desolazione, mons. Saretta si rivolge ai Salesiani, maestri in ambito educativo, ed affida il buon esito della richiesta all’Ausiliatrice, che ascolta ed esaudisce le suppliche dei suoi figli.

Anche don Bosco volge dal cielo il suo sguardo benedicente sul neo nato Oratorio: lo fa, come sempre, attraverso il gioco. Un telo bianco e giallo, "l'aquilone di don Bosco", viene fatto volteggiare sui coppi dell’edificio affinché dispieghi le sue ali protettrici sul cortile dove risuona il ritornello festoso: “Sull’oratorio sventola una genial bandiera. Dio, Famiglia e Patria avanti in fitta schiera”.

E poi, ecco che all’Ausiliatrice viene riservato un posto d’onore nella nicchia della facciata principale rimasta vuota per vent’anni. La statuina di marmo diventa così una figura amica che attende ed accoglie i ragazzi, una madre amorevole salutata da tutti come la “Madonna portinaia”.
Oltre la vetrata artistica che precede l’ingresso della chiesa, un angelo custode di marmo, opera dell’artista Delfo Guidi, sorveglia da una posizione discreta i ragazzi impegnati nei giochi. Due presenze protettrici di fronte alle quali i ragazzi sono invitati a sostare per la recita di una preghiera.

L’Ausiliatrice, però, sembra non accontentarsi di rimanere all’ingresso.
Lo scorso maggio, a conclusione del mese mariano, durante una buona notte, don Massimo recupera, dalle memorie di don Bosco, un episodio che ha in sé il sapore della profezia. Un racconto bellissimo che merita di essere riletto:

Don Bosco, già  debilitato e sofferente, si reca a Nizza per la chiusura degli esercizi spirituali delle Suore, accompagnato da don Bonetti. In parlatorio le monache lo accolgono con tanta gioia. “Oh dunque voi volete che vi dica qualcosa. Se potessi parlare quante cose vi vorrei dire! Ma sono vecchio, vecchio cadente, come vedete; stento perfino a parlare; Voglio dire solo che la Madonna vi vuole molto, molto bene. E, sapete, essa si trova qui in mezzo a voi! Allora don Bonetti, vedendolo commosso, lo interruppe e prese a dire unicamente per distrarlo: “Sì, così, così! Don Bosco vuol dire che la Madonna è vostra madre che essa vi guarda e protegge”. “No, no - ripigliò il santo - voglio dire che la Madonna è proprio qui in questa casa e che è contenta di voi e che, se continuate con lo spirito di ora, che è quello desiderato dalla Madonna….”.
Il buon Padre s’inteneriva più di prima e don Bonetti a prendere un’altra volta la parola: “Si così, così! Don Bosco vuol dirvi che, se sarete buone, la Madonna sarà contenta di voi”.
“Ma no, ma no - si sforzava di spiegare dB, cercando di dominare la propria commozione. Voglio dire che la Madonna è veramente qui, qui in mezzo a voi! La Madonna passeggia in questa casa e la copre con il suo manto”. (cf. MB XVII, 557)

Se le parole del Santo sono così chiare, perché non rendere visibile questa presenza?
Un ornamento marmoreo avrebbe di certo esaltato la bellezza cromatica del mattone ripulito e risanato dall’azione inclemente del tempo ma avrebbe, soprattutto, permesso un controllo attento sulla consistente massa giovanile che quotidianamente si riversa in cortile.
Per sottolineare la salesianità dell’iniziativa, l’opera viene commissionata alla Scuola del Marmo di S. Ambrogio di Valpolicella, gestita dai Salesiani.

Domenica 28 gennaio 2018 la statuetta verrà scoperta e benedetta, offrendo la sua protezione a tutti. E poiché scanserà di certo il colpo di tanti palloni, sarà per tutti, come ironicamente l’ha definita don Massimo, la “Madonna portiera”!

 

Autore: Wally Perissinotto

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