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/TANA LIBERA TUTTI

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La società civile vive oggi all’interno di un complesso processo culturale che evidenzia, da un lato, la fine di un’epoca e, dall’altro, l’incertezza per la nuova che emerge all’orizzonte. In questo contesto la fa da padrone un relativismo culturale che teorizza e difende il pluralismo etico, ritenuto addirittura condizione per la democrazia, decretando così la decadenza e la dissoluzione della ragione e dei principi della legge morale naturale.
Accade che i singoli rivendicano nelle proprie scelte morali la più completa autonomia, con la pretesa che il legislatore le assecondi promulgando leggi che prescindono dai principi dell’etica naturale.
Qui il desiderio diventa diritto! Quando però è in gioco la dignità dell’uomo non si può nascondere la verità, iscritta nella cultura giuridica occidentale che trova le proprie fonti costitutive nella natura e nella ragione, armonicamente unite da un ordine che rimanda al Dio creatore.
Su questa idea si basa il patrimonio culturale dell’Europa e da essa sono sorti i concetti di diritti umani, uguaglianza di tutti gli uomini davanti alla legge, inviolabilità della dignità umana, responsabilità degli uomini per il loro agire. Queste conoscenze costituiscono la nostra memoria culturale e i criteri da difendere in questo contesto storico. A custodia di questo patrimonio
tre sono i principi non negoziabili: famiglia, libertà di educazione, vita. Sono principi in quanto reggono, sono a fondamento, fungono da criterio ed indirizzano ad un fine. E in quanto principi non possono dipendere da quanto viene dopo ed hanno valore di assolutezza, cioè non sono disponibili né tanto meno negoziabili.

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