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ORATORIO DON BOSCO - San Donà di Piave

'La Madonna del parto' di Piero Della Francesca

Avvento: tempo dell'Attesa e della Meraviglia

del 10 dicembre 2017

Il cammino verso il Natale, come ogni altro percorso davvero importante, è gravato dal carico dell’attesa.

E’ un tempo sorprendentemente fecondo che ci consente di coltivare i sogni che chiedono insistentemente di diventare realtà, di aprire il cuore alla meraviglia, alla gioia e alla gratitudine. Forse ne abbiamo un po’ nostalgia ma è doveroso chiederci: abbiamo conservato, anche noi adulti, la pazienza laboriosa e tenace dell’agricoltore?
Ci viene in soccorso una bella pagina di don Giuseppe Ballin, missionario per 50 anni nel Chaco Paraguayo. E’ un racconto accattivante che custodisce il profumo di don Bosco e un invito a vivere bene il tempo dell’attesa. Ma è anche, e soprattutto, un omaggio alla sua memoria.

La prima volta che vidi un Indio lavorare la terra mi misi a ridere; infatti, stava seduto muovendo il suolo con un pezzo di legno in mano. (…) C’era vicino al toldo un antico posto dove mungevano le vacche. Questo si notava per la presenza di alcuni pali ancora in piedi, resti di un antico recinto. Lì, poi, nelle sere di calura d’estate, alla luce di un lampione, eravamo soliti riunirci per il catechismo.
La Madonna quella volta mi illuminò con una pietosa bugia.
“Ragazzi - dissi loro - la Vergine Santa ieri notte mi assicurò in sogno che in questo preciso posto, dove siete seduti, c’è nascosto un tesoro a soli a trenta centimetri da terra. Che ne dite se lo cerchiamo?”.
La mattina seguente tutti giunsero con un badile in spalla. Subito cominciammo il nostro lavoro con un piano ben determinato. Feci controlli a tappeto, però nessun tesoro. A mezzogiorno avevamo vangato la maggior parte del posto senza nessun risultato. (…). Alle ultime ore della luce il recinto era tutto vangato, però il tesoro non saltò fuori. Ci fu qualche protesta, però calmai gli animi con bei regali. E tutti se ne andarono a casa.
Il giorno seguente aggiustai il treno a puntino; dopo seminai patate dolci, mettendo qua e là alcuni semi di zucca. Il tempo mi fu favorevole.
A Natale quell’orto era la meraviglia di tutti. Ricordo che in quel tempo dovetti andare ad Asunciòn per gli esercizi spirituali e incaricai la suora che facesse la guardia. In verità ci fu molto rispetto per l’orto soprattutto da parte dei bambini.
Al mio ritorno ebbi una grande sorpresa: sotto gli occhi attoniti di tutti gli Indi, le zucche presentavano i loro enormi frutti e le patate dolci alzavano il suolo per la gran quantità prodotta.
La stessa sera, durante il catechismo, decisi la raccolta con la relativa ripartizione: gli uomini si sarebbero spartiti le zucche e i bambini le patate. Le donne furono le persone più felici: tutti capiscono perché.
L’allegria più grande fu forse la mia il giorno seguente quando, durante il catechismo, gli uomini mi dissero: “ La Madonna aveva ragione quando ti disse che sotto quella terra c’era un tesoro!”.
In poco tempo tutte le case avevano il loro orticello
".

A tutti noi è riservato un tesoro a portata di mano. Buona ricerca …e buona Attesa!

 

Autore: Wally Perissinotto. Racconto tratto da: "I Fioretti di un Missionario" di don G. Ballin

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