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ORATORIO DON BOSCO - San Donà di Piave

Alimentare la nostalgia di Dio

del 15 novembre 2020

Cronaca di don Filippo Perin dall'Etiopia, un Paese in crisi

 

Cari amici come state?

Spero bene, seguo sempre con apprensione tutte le notizie dall’Italia sul Covid, abbiamo sempre un ricordo da qui per tutti voi perché possiate superare questo periodo di difficoltà.

E’ da qualche settimana che alcuni giornali parlano dell’Etiopia per l’intervento armato che il governo centrale sta attuando nella regione al nord, il Tigray. 

Cosa sta succedendo? Il partito politico e militare del Tigray è nato nel 1991 quando ha sconfitto e cacciato il dittatore Meghistu, ed è rimasto al potere in Etiopia fino al 2018. Ricordiamo in particolare Meles Zenawi, grande primo ministro etiope in carica per oltre 14 anni.

Nel 2018 viene eletto primo ministro Abyi, quello che poi ha vinto nell’anno successivo il Nobel per la Pace e il partito del Tigray viene piano piano messo da parte e si ritira nella sua regione. In tutti gli anni che ha retto il governo ha fatto tante belle cose, ma si è anche preso moltissimi privilegi, basti dire che se parlavi la lingua tigrina tutte le porte erano aperte in qualsiasi ufficio governativo.

In questi mesi questo partito ha provocato il governo facendo delle proprie elezioni a settembre in Tigray, mettendo delle proprie norme anticovid, protestando in vario modo, soprattutto per la perdita di potere che ha avuto in questi due anni a livello centrale. Da ultimo ha attaccato delle basi militari nella sua regione, uccidendo vari soldati e cercando di rubare più armi possibili.

Dopo questo fatto e dopo vari e ripetuti avvertimenti, il governo all’inizio di novembre, è intervenuto militarmente, con vari attacchi sia via terra sia via aerea per fronteggiare questo partito armato.

In questi giorni Amnesty International ha mandato un avviso di un massacro di civili in una città del Tigray, le due parti dicono che sia stata l’altra parte, moltissime persone stanno fuggendo in Sudan, lo stato confinante con il Tigray, è una situazione ancora molto difficile. Tutti i leader esteri stanno premendo per un cessate il fuoco e per l’inizio di un dialogo che speriamo avvenga presto. Anche qui in Etiopia siamo tutti attenti a quello che sta succedendo in Tigray e speriamo che arrivi la pace al più presto.

Qualche notizia da Gambella e da Lare.

Siamo ancora molto contenti per l’arrivo del nostro nuovo Vescovo salesiano mons. Roberto Bergamaschi. Ha già iniziato a incontrare i vari preti, i religiosi, i laici e a visitare le varie parrocchie, ne avevamo bisogno.

Ci siamo già incontrati come consiglio del Vescovo due volte e continueremo a farlo per passare in rassegna tutte le cose e progettare insieme quest’anno.

In tutta la nostra regione viviamo in una zona free Covid, la gente sta attenta, sono pochissimi gli ammalati, i deceduti si contano su due mani e stiamo andando incontro alla stagione calda. Tutte le attività sono riprese.

Abbiamo iniziato il nostro bell’asilo a Lare, due classi di 50 bambini ciascuna, abbiamo selezionato due bravi insegnanti: James Riek e Mary Nyibol. I bambini arrivano prestissimo alla mattina, con tanta voglia di stare insieme, di imparare e di giocare. Due ora di lezione, una bella pausa con biscotti e succo di frutta e poi ancora un’ora di lezione fino alle 12.

          

Abbiamo iniziato altri due asili nelle nostre cappelle di Gok e Kubri, anche qui due classi da 50 ciascuna: una classe nella chiesa e una all’aperto, i catechisti come insegnanti e i bambini felicissimi di poter imparare e stare insieme. Anche qui ogni giorno biscotti e succo di frutta per tutti.

          

La scuola dei più grandi è a turni per il numero di studenti limitato per classe, molti in questo periodo vanno al fiume a coltivare, altri lasciano prima. Credo che i nostri asili possano aiutare ad avviare tutti i bambini alla scuola, a prendere gusto nell’imparare e ad avere una possibilità per costruire il proprio futuro.    

          

Anche le attività della parrocchia sono iniziate: la Messa la domenica con canti e danze, catechismo per i più piccoli durante le letture, catechismo per i più grandi dopo la Messa, incontro dei vari gruppi durante la settimana, il coro e i chierichetti.

Domenica nella cappella di Gok un giovane, venuto per la prima volta, dopo il canto di accoglienza per lui e altri, ci ha detto che vorrebbe continuare a venire nella nostra chiesa, per trovare il gusto nel credere in Dio. E’ stato anni senza Dio e ora, guardando i suoi amici felici nel venire in chiesa, ha coltivato il desiderio di provare la stessa felicità. Abbiamo fatto un canto di esultanza per lui.

Ecco per cosa lavoriamo, per far provare alla gente la nostalgia di Dio, nostalgia di avere una amicizia con Lui e trovare in questo la nostra felicità!

Un ricordo reciproco nella preghiera e a presto 

Abba Filippo

 

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