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ORATORIO DON BOSCO - San Donà di Piave

A tu per tu con don Enrico Gaetan

del 05 maggio 2018

Don Enrico Gaetan, attualmente direttore dell’Istituto San Marco di Mestre, si racconta in un’intervista ai microfoni della nostra Redazione on line. 

 

E’ con vera gioia che contatto don Enrico per strappargli l’ennesima intervista. Sono consapevole di sottrarre del tempo prezioso ad una agenda fitta di impegni, ma so di poter far leva sulla sua generosa disponibilità e sull’amore che nutre per il nostro Oratorio.

 

Caro don Enrico, non ti chiediamo di presentarti, il tuo ricordo è ancora vivo in tutti noi. Desideriamo solo soddisfare alcune piccole curiosità: quali passi ti hanno condotto fino a Mestre? In quali momenti di questo breve percorso hai percepito di essere un vero Figlio di don Bosco?

Dopo aver completato il mio percorso di studi per diventare sacerdote salesiano, a giugno del 2003 sono stato destinato alla comunità di Castello di Godego (TV). E’ la comunità dove ho "scoperto" e coltivato i primi germi della vocazione e dove ho trascorso una buona parte della mia formazione: i tre anni della scuola media, gli anni adolescenziali dell'animazione, due anni di tirocinio salesiano e i primi sette anni da giovane prete: li ricordo con piacere soprattutto per i numerosi ragazzi incontrati nell'insegnamento della Religione, la vivacità dei rapporti con le famiglie e delle iniziative soprattutto a favore dell'animazione vocazionale.

A settembre 2010 sono stato trasferito a S. Donà di Piave come direttore e animatore della pastorale del CFP. Ruolo che ho coperto per 6 bellissimi anni, incontrando centinaia di giovani nell'età forse più delicata della loro crescita, accompagnandoli nella formazione professionale e aiutandoli a curare, almeno spero, anche la dimensione spirituale della loro vita. Dal 2013 al 2016 oltre ad essere direttore del CFP, l'obbedienza mi ha chiesto di prendermi cura dell'Oratorio anche come direttore della comunità salesiana. L’esperienza sandonatese, che resta indelebile nel cuore, mi ha “forgiato” salesianamente: mi ha allargato l’orizzonte al mondo della Formazione Professionale, mi ha aiutato a lavorare insieme ai laici (molti davvero bravi!!!), mi ha formato come “pastore”. Guardandomi indietro e rileggendo la mia esperienza ancor oggi credo di poter affermare con convinzione che non si finisce mai di imparare!

Le esperienze più belle, quelle che mi hanno fatto sentire un vero figlio di don Bosco, sono state quelle vissute a contatto con i giovani. Sembra una cosa scontata e banale ma è stato il lavoro con i giovani che mi ha permesso di sperimentare la gioia di aiutare qualche ragazzo a scoprire la propria vocazione, di accompagnarne altri a fare scelte importanti nella propria vita, magari uscendo da situazioni difficili e non sempre positive, ma anche la sofferenza di toccare con mano il disagio di situazioni di abbandono, di tristezza, di esperienze al limite.

La cosa positiva è scoprire come la tua parola, a volte, getti spiragli di luce; è bello constatare come certi messaggi che trasmetti, magari al “buongiorno”, riescono a piantare semi di bene e di speranza che vengono custoditi anche per anni. Capita non di rado che qualcuno ti avvicini per dirti: “Si ricorda prof…?“. Tu non ricordi, ma capisci che quella parola ha fatto breccia nel suo cuore.

 

A San Donà sei stato, per ben sei anni, direttore del CFP. Quali ricordi conservi dei tanti ragazzi che hai incontrato? Credi che Don Bosco indosserebbe ancora un grembiule o una tuta per insegnare un mestiere ai giovani d’oggi combattuti tra la sfiducia nel futuro ed il  desiderio di esprimere creatività ed ingegno?

L’esperienza sandonatese mi ha permesso di avvicinare e conoscere tanti bravi giovani: spontanei ed esuberanti, schietti e riconoscenti... non mi basterebbero tutti gli aggettivi per descriverli! Don Bosco diceva che il cortile è uno dei luoghi dove si conoscono i ragazzi per quello che sono realmente. Ed è proprio così! Le esperienze più belle che ho vissuto insieme a loro sono senz’altro quelle sui luoghi di don Bosco, nell’allegria del gioco e delle feste della scuola, durante l’accoglienza, in tutti quei momenti in cui si costruiscono legami di confidenza…

Per fortuna, gli incontri e le relazioni non si rompono facilmente. E’ frequente, ancor oggi, a distanza di anni e nei luoghi più impensati, sentire qualcuno che ti chiama e vedere che è felice di incontrarti. A volte è davvero toccante quando a fare ciò sono coloro dai quali meno te lo saresti aspettato. Perché, dietro ad una facciata trasgressiva, c’è spesso il volto di un ragazzo semplice e affidabile che sa trarre vantaggio dal percorso educativo e formativo che gli viene proposto. 

Sì, sono certo che ancor oggi il Santo dei giovani indosserebbe il suo grembiule logoro o la tuta blu e aprirebbe nuove botteghe! La formazione professionale è ancora una risorsa per la società: è l’esperienza quotidiana che ce lo dice, sono i giovani che a modo loro ce lo attestano, è il mondo del lavoro che ancora cerca certe figure, non solo abili nel lavoro, ma solide dal punto di vista umano. Non ho dubbi che don Bosco investirebbe ancor oggi sulla formazione professionale. Anzi: forse ci tirerebbe le orecchie perché non facciamo ancora abbastanza!

 

Un’ultima domanda, che tocca l’aspetto più profondo del tuo essere salesiano. Quali incontri, quali esperienze hanno dato maggior spessore al tuo incarico sandonatese?

La molteplicità degli incontri e delle esperienze vissute non mi aiuta a fare sintesi. Ho tanti ricordi belli. Tra tutti, due esperienze mi hanno allargato il cuore: l’incontro con ben due Rettor Maggiori (don Chávez e don Artime) e l’accoglienza dell’urna di don Bosco a San Donà. Esperienze forti, toccanti e profonde perché hanno dato senso alla mia vocazione. Ricordo ancora in modo nitido l’arrivo dell’urna davanti al Duomo della città accompagnata dai giovani in bicicletta: in quel momento l’emozione mi ha travolto e un nodo mi ha serrato la gola: ho pensato subito che, per fortuna, non toccava a me presiedere l’eucarestia perché, davvero, non sarei riuscito a fare la predica!

Altrettanto importanti sono stati i piccoli passi che ho fatto fin dal mio arrivo a San Donà, a cominciare dall’incontro con gli Scout. Sapevo ben poco del loro mondo. Ho incontrato belle persone che mi hanno accolto e accompagnato con pazienza permettendomi di conoscere e apprezzare i valori che li guidano. Spero di non esagerare se approfitto di questa intervista per ringraziare gli scout del bene che mi hanno voluto. Forse “a loro” ho dato poco… ma “da loro” ho ricevuto molto!

E’ stata importante anche l’esperienza con il gruppo Caio: quante volte mi sono trovato ad accompagnare spiritualmente qualcuno, a condividere le fatiche della vita familiare, a gioire in alcuni momenti di festa… proprio come “uno di famiglia”. E’ difficile tradurre a parole il bene che si percepisce… eppure è questa l’esperienza che ho vissuto: sentirmi voluto bene! E posso garantire che questo “bene”… fa un sacco di “bene” (scusate il gioco di parole!). 

L’Oratorio di San Donà è un mondo variegato che ti mette di fronte a tante realtà, a tante situazioni che ti fanno scoprire la ricchezza che c’è in ciascuno: dal giovane carico di sogni, all’adulto che resiste con forza alla fatica di essere genitore, all’anziano che testimonia con la sua fede semplice e genuina il valore della preghiera, della fedeltà, della solidarietà. E te lo offre nel segreto della sua relazione personale con Dio.

A San Donà un prete può fare il prete. Ed è questa un’esperienza formativa notevole. 

Ed allo stesso tempo un prete si sente accompagnato, sostenuto da una tradizione forte e dall’amore che tanti nutrono verso i Salesiani e l’ambiente educativo che animano a servizio dei giovani. 

Ed è questa la bellezza e la straordinarietà del vostro Oratorio!

 

Grazie, don Enrico, per il tempo che ci hai offerto e per l’affetto che abbiamo percepito nelle tue parole. Ti garantiamo che è reciproco! Grazie per il tratto di strada che abbiamo condiviso. Continua a portare il tuo sorriso, la tua gioia e il tuo caloroso abbraccio a tutti i giovani che incontri!

 

Autore: Wally Perissinotto

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